Quando un commento fa saltare i nervi della manager

Era un pomeriggio come tutti gli altri, fino a quando un commento sulla pagina facebook di Capitan Tsubasa.it – Holly e Benji non ha catturato la mia attenzione. Era lei.

Ho sospirato. Ho chiuso gli occhi. Ho contato fino a dieci.

E alla fine ho iniziato ad imprecare. I Santi hanno cominciato a venire giù dal calendario in preda ad un attacco di un panico generale. C’era chi andava a destra, chi a sinistra e chi cercava di nascondersi dietro i numeri, come se fosse un calendario dell’avvento! Ma dove pensano di andare?!

Non ho risparmiato nessuno.

«Manager tutto, ok?» Dalla porta del mio ufficio fa capolino Misaki, visibilmente sconcertato. «Ti si sente gridare per tutto l’edificio.» dice pacatamente.

Lo fulmino. «No! Niente è ok! Io non la sopporto più!» grido infervorata.

«Vuoi che ti chiamo Tsubasa?» dice deglutendo.

«No!» rispondo piccata! «Chiamami Misugi!» mi alzo di scatto in piedi sbattendo i palmi delle mani sulla mia scrivania «Subitoooo!»

«Ok…» richiude la porta del mio ufficio.

14 minuti dopo.

«Mi cercavi?» esordisce Misugi entrando nel mio ufficio. Il suo sguardo è posato su di me. I miei nervi crollano.

«Io non la sopporto più! Capisci?! Cioè, leggi, guarda… vedi, vedi!» dico con voce tremula, per il nervoso, mentre gli rivolgo contro il monitor del computer e gli mostro lo schermo.

Sospira. «Non mi dire che è la solita storia!»

«Sì, esatto!»

«Haruka, ne abbiamo già parlato, ricordi?»

«Sì…» dico sospirando.

«Allora qual è la parolina magica che devi ripeterti come un mantra?»

«”Engagement”.»

«Esatto! Quindi evita di dare in escandescenza, soprattutto se lasci quel cavolo di microfono acceso che ti sentiamo dagli altoparlanti del campo da calcio.»

«Era acceso?»

«È acceso! Spegnilo!» seguo il suo comando e premo il tasto “off”.

«Misugi…» dico con lo sguardo fisso a terra.

«Dimmi.»

«Perché non sei morto durante quella partita…»

«Haruka, ma che diamine stai dicendo?!»

«O magari ancora meglio… avresti dovuto lasciare Yayoi e trasferirti in Olanda da solo… o magari circondato da una schiera di tue fan! Sarebbe stato ancora più semplice.»

«Ti prego, non ricominciare con questa storia! Assumiti le tue responsabilità di amministratore!»

Mi lascio cadere sulla mia poltrona presidenziale e giro di nuovo il monitor verso di me. «Dicevo tanto per dire… cioè capisci che tu sei il suo tallone di Achille?»

«Hai finito di dire stronzate?»

«È che volevo trovare un modo…» Misugi sbatte una mano sulla mia scrivania e io sussulto. Accende di nuovo il microfono con cui si dà voce agli altoparlanti del campo da calcio: «Tsubasa, interrompi qualsiasi cosa tu stia facendo e vieni in ufficio dalla manager! Immediatamente!» dice con tono serio e deciso. Spegne il microfono.

«Ma che cavolo fai? Ora che c’entra Tsubasa?»

«Niente. Ti lascio al tuo tallone di Achille…» mi sorride «Come arriva gli dico che ti deve consolare un po’.» Mi fa l’occhiolino ed esce dal mio ufficio.

Immediatamente sento le guance che iniziano a scottare.

3 minuti dopo.

Tsubasa entra nella mia stanza. Capelli bagnati e una maglietta bianca che gli si incolla addosso.

«Ma che hai fatto?! Sei zuppo!» esclamo, posando gli occhi su di lui.

«Ero sotto la doccia… sono venuto di corsa! Piuttosto tu che hai fatto?»

«Ah… niente, mi lamentavo per un commento…»

«Lamentarsi mi sembra un po’ riduttivo, dal campo abbiamo sentito tutti! C’è Aoi che trema sotto la panchina ancora! Ha detto “la manager ci ucciderà tutti!”» dice mentre cerca di scollarsi la maglietta dal petto.

«Oh, no… dai non farei mai una cosa del genere!» Anzi, qui quella che rischia di rimanere stecchita è la sottoscritta. Cioè… quella cavolo di t-shirt bagnata che gli si incolla addosso, così trasparente, così bagnata…

«Ma se Misugi mi ha detto che lo volevi morto!»

«Oh… bhè… cioè…» inizio a balbettare. Diamine, Tsubasa è terribilmente sexy con quella t-shirt bianca tutta bagnata che evidenzia il suo fisico atletico «Era per una giusta causa!» dico, mentre rivolgo lo sguardo alle sue scarpe che noto essere slacciate. Meglio cambiare inquadratura.

«La finiamo qui?»

«Ok…» rispondo timidamente.

«E per oggi basta lavorare, ok?»

«Ok.»

«Senti, ma quei “cosi” devono girare per tutta la stanza?»

«Quali così?» distolgo lo sguardo dalle sue Air Max e per terra vedo tanti piccoli esserini che corrono a destra e sinistra.

Oh mamma! I Santi del calendario! E come li rimetto a posto?!

Epilogo

Odio lei.

Non sopporto più i suoi commenti.

Odio il modo in cui non considera le opinioni altrui.

Non sopporto il suo fare saccente.

Odio il suo esprimere un’opinione fuori luogo.

Non sopporto i suoi monologhi non richiesti.

Odio il suo replicare senza aver letto quanto scritto sopra.

Non sopporto che se anche le dai ragione, hai comunque torto e non sai quello che dici.

Amo lei...

perché mi fa arrivare a livelli di engagement molti alti

perché aumenta esponenzialmente la visibilità di un post

Spero che un giorno il sensei arrivi a questo: Misugi lascia Yayoi e si sposa con un’altra donna. Se arrivasse mai quel quel giorno un solo mio post potrebbe far collassare l’algoritmo di facebook, sfruttando quanto detto sopra.

È sentimento e matematica allo stesso tempo.

P.S. Confessioni in pausa pranzo

«E questo è quanto è successo ieri.» esordisco. 

«Secondo me non devi dare molto peso ai commenti, non puoi farti venire una crisi nervosa.»

«Sì, hai ragione. Ma lei e la sua setta sono veramente irritanti.»

«Posso capirlo, ma sei arrivata a minacciare Misugi di morte!»

«A parte che il primo a fare la minaccia è stato Taka-sensei. È lui il primo che gli ha causato un infarto sul campo!»

«Questo è vero.»

«Io mi sono limitata ad una minaccia verbale.»

«Io eviterei di fare minacce a persone malate di cuore.»

«Tanto c’è Tsubasa che sa fare il massaggio cardiaco, no?»

«Sai che non lo ricordavo? Chissà dove ha imparato.»

«Eh… io da lui un bel massaggio cardiaco me lo farei fare.»

«Haruka, non è carino pensare a queste cose, non scherziamo.»

«Ma no, non veramente. Era giusto per farmi mettere un po’ le mani addosso.»

«Oh, suvvia! Vuoi davvero che ti palpeggi con un massaggio cardiaco?»

«Eh, guarda ieri era una visione con quella maglietta bagnata addosso.» dico gongolando.

«Io ti consiglio di procedere per gradi, se il tuo obiettivo è avere le sua attenzione.»

«Uhm…hai ragione. Cambiando discorso, insomma questo Hakodate Ramen che ha preparato Hikaru Matsuyama, com’è?»

P.P.S. Confessioni tra i commenti

Entra anche tu a far parte di questa sitcom! Come?

Scrivi un commento e interagisci con la manager e la caporedattrice! Ci sarà da divertirsi!


5 risposte a "Quando un commento fa saltare i nervi della manager"

  1. Ah ah ah! Questo sfogo ci sta decisamente nella routine da manager perché è una spaccato di vita reale purtroppo… 🤦‍♀️🤦‍♀️🤦‍♀️
    Dubito che il sensei ci accontenterà facendo dividere Jun e Yayoi ma noi continuiamo a sperare.
    Le minacce di morte sono in effetti un po’ eccessive ma lui se ne intende e recupera con la parola magica “engagement” e con Tsubasa in maglietta bagnata che fa venire caldo anche a me.

    PS: dopo questo tremo al pensiero di poter essere la prossima come stalker di Misaki! Ah ah ah!

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    1. Uno spaccato di vita che mi intasa il flusso di commenti nella community! 😩 Anche se mi hanno suggerito un modo per evitare questi problemi: un bel blocco ⛔️ e via! 🤣 Ma non è da me.

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      1. Ma no, dai, il blocco no! Ricorda la parola magica “engagement”… ripetiamo insieme engagement, engagement, engagement…

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